A muoversi è il Comune di Napoli che è proprietario del bene – esclusi tre locali di cui due negozi – sin dagli anni post terremoto del 1980. Si tratta di 2.750 metri quadrati, cui si aggiungono i 450 del cortile, abbandonati da oltre quaranta anni e più volte presi di mira da vandali e delinquenti che hanno rubato infissi, ringhiere e altri manufatti L’obiettivo è riqualificare l’edificio su via Stadera. Vanno giù, invece, quelli alle sue spalle che lasciano spazio a un nuovo fabbricato. L’idea è realizzare ventiquattro nuovi alloggi e mettere in sesto i cinque locali al piano terra che potranno ospitare laboratori artigianali e negozi da affidare in gestione a cooperative, associazioni o imprese sociali «anche al fine dell’inserimento di lavorativo di condomini afferenti a nuclei familiari fragili», si legge negli atti approvati dalla giunta comunale guidata da Gaetano Manfredi su impulso della vicesindaca e assessora all’urbanistica Laura Lieto.
E sempre al piano terra spazi per servizi collaborativi e urbani quali formazione, eventi, mostre, cineforum, ludoteca e laboratori didattici. Ma anche sala prove e studio di registrazione, emeroteca e fumetteria. Ulteriore sfida è la sistemazione della corte con diverse aree da destinare alle attività ricreative, culturali e sociali fruibili anche da residenti del quartiere. Si immaginano, in particolare, un giardino con alberature e aiuole, giochi per grandi e piccoli, aree di incontro e socializzazione, stalli per biciclette. A caratterizzare il nuovo complesso anche un tetto-giardino con orto tematico e zona convivium per i condomini. Si risponde all’esigenza di sostenibilità ambientale attraverso pannelli fotovoltaici, colonnine di ricarica elettrica, area ecologica e compostiera di comunità.
A caratterizzare il progetto Stadera 1.3.7. saranno processi di partecipazione e concertazione coinvolgendo residenti e realtà del terzo settore. La conduzione, in particolare, si baserà sulla peer economy, quindi collaborativa, così da costruire una solida rete nella quale le persone condividono lavoro, tempo e risorse. Si insiste, dunque, su una community in cui tutti possono partecipare alle attività per rendere sostenibile l’economia del condominio creando reti di solidarietà che possano migliorare la qualità di vita e il benessere delle persone che versano in condizioni di solitudine e fragilità, promuovendo rapporti di buon vicinato a contrasto all’emarginazione.
«I futuri assegnatari degli alloggi potranno essere individuati con uno specifico bando sperimentale che sarà appositamente studiato, di concerto con la Regione, a valle della fase di censimento» si legge nel documento di indirizzo alla progettazione approvato dalla giunta comunale. Stando alla logica degli amministratori, saranno proprio i futuri inquilini a occuparsi dei servizi commerciali quali, ad esempio, le piccole botteghe per la vendita di prodotti gastronomici derivanti dalla coltivazione diretta di ortaggi praticata negli orti tematici. Si punta, poi, a spazi per l’aggregazione di persone di ogni età attraverso living room, cineforum, hobby room, verde condominiale, laboratori artistici e artigianali, e ambienti per musica, teatro, comunicazione e biblioteca.
Il progetto è finanziato con 9,5 milioni di cui 5 milioni dalle risorse della legge 145/2018 e 4,2 dall’accordo di programma con tra Comune e Regione Campania cui si aggiungono 300mila euro dalle casse di Palazzo San Giacomo. Occorreranno 250 giorni per la fase di progettazione e si stimano 640 giorni di cantiere. Altro ambizioso e consistente intervento di rigenerazione urbana è previsto nell’area privata a ridosso compreso nel piano urbanistico “Stadera a Poggioreale” attraverso il quale si realizzeranno, e consegneranno al Comune, un’area verde di 755 metri quadrati e una foresta urbana per quasi duemila. Queste “abbracciano” la corte del futuro condominio sociale così da creare un polmone verde a servizio degli inquilini e della collettività in una zona di Napoli Est ad altissima densità abitativa.
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